La figura del Biologo Nutrizionista è delineata e legittimata dalle seguenti norme giuridiche di riferimento:
- Legge 396/67
- DPR 328/2001
- Legge 3/2018
- D. Lgs. 502/1992 e s.m.i.
Le acquisite competenze professionali, gli permettono di elaborare e determinare diete finalizzate al raggiungimento del benessere dei soggetti e della collettività, e in condizioni fisiologiche ordinarie e in condizioni fisiopatologiche, definite dal medico chirurgo.
Gli obiettivi concordati, finalizzati allo svolgimento della professione, dovranno contemplare i concetti di alimenti, nutrienti, fabbisogno energetico, stile di vita, parametri antropometrici, ecc. Inevitabile sottolineare che “dieta”, ovvero “modo di vivere”, oggi più che mai, chiami a sé un altro termine chiave, quello di “stato di salute”, in una alleanza che ha reso la “Dietetica e Nutrizione Umana”, una delle discipline tra le più interessanti dello scibile umano.
In essa troviamo, non solo una terminologia scientificamente altisonante , ma tutta quella corrispondenza di conoscenze, molecole, colori, profumi, tradizioni, evoluzioni , biodiversità di coltivazioni ed allevamenti, credenze e filosofie religiose, che entrano , attraverso i nostri piatti, attraverso la biochimica e la biologia molecolare dei nutrienti, a fare intimamente parte di ciò che siamo.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nel 1948 , ridefinì lo “lo stato di salute” quale “ stato di benessere fisico. mentale e sociale, e non come assenza di malattia o infermità”
Il Biologo Nutrizionista si colloca dentro questa alleanza, dinanzi ad una etica professionale, con una passione fatta di dialettica, ascolto, incontro, perseveranza verso gli obiettivi condivisi con i soggetti che scelgono il sostegno delle sue competenze professionali ed umane.
Il lavoro che svolge per il benessere del singolo individuo diventa così il lavoro per il benessere di una comunità, di una società, di una economia di territorio e di patrimonio culturale, in una tensione sempre sfidante, e per i cambiamenti della stessa realtà che si vive e per le nuove acquisizioni che la Scienza offre continuamente.
I primi schemi ideati per delineare una “dieta”, quale distribuzione ottimale, giornaliera/settimanale, degli alimenti ,suddivisi in gruppi rappresentativi, risalgono al 1976 :le note “piramidi alimentari”. Da allora , queste ultime, sono state modificate e reinterpretate infinite volte, tenendo conto lo stile di vita delle persone,le esigenze di uno Stato piuttosto che di un altro, nonché delle evidenze scientifiche sui processi biochimici, biomolecolari, genetici, a cui vanno incontro le molecole che costituiscono i nostri alimenti e le nostre cellule.
Allo stesso modo si è passati dalle diete rigorosamente ipocaloriche alle diete basate sulla frequenza delle porzioni piuttosto che alle diete vegetariane o iperproteiche o di gruppo o chetogeniche.
Il Biologo Nutrizionista anticipa i cambiamenti, talvolta, altre li fronteggia: unico obiettivo resta il benessere del proprio paziente.
In questa incisura si colloca la mia attività professionale; attività che, maturata negli anni di continua formazione, si è avvicinata sempre piu’, alla Nutrizione Funzionale. In questa ottica, il mio lavoro di Biologo Nutrizionista, equivale a delineare ed elaborare un “abito alimentare”, che prende in considerazione il singolo paziente con tutte le sue peculiarità anamnestiche, di contesto, di familiarità, in una interpretazione olistica ,ormonale, d’insieme .
L’obiettivo condiviso di Biologo Nutrizionista – Paziente, dunque, si compie in una dialettica di ascolto, empatia, anamnesi, adesione, assertività e riscontro. Il tutto, in una cornice di collaborazione tra le varie figure professionali, atte ad assicurare al paziente stesso, il raggiungimento del più alto possibile “stato di benessere”.