prevenzione e stile di vita sano

Il cuore di tutto: prevenzione e stile di vita tra alimentazione e attività fisica

Il cuore è, con il cervello, l’organo più importante, del nostro corpo.

Tralascio qui i molteplici riferimenti simbolici che questo organo da sempre richiama, e senza addentrarmi negli aspetti fisiologici del suo funzionamento, mi curerò dell’importanza che riveste, oggi più che mai, la prevenzione e la cura di questo organo centrale nella nostra vita.

L’importanza del cuore

Il cuore è il motore della vita, è un muscolo che lavora 24 ore al giorno e si contrae incessantemente per spingere il sangue nei vasi sanguigni e portare così ossigeno a tutte le cellule del nostro organismo.

Il cuore è un muscolo striato che genera energia funzionale in maniera autonoma, involontaria, proprio grazie agli impulsi elettrici generati dalle stesse cellule che lo costituiscono. Il cuore, grande poco più del pugno di una mano, ci mantiene in vita, pompando fino a 9 litri di sangue al giorno, e con esso ossigeno ai nostri organi, alle nostre cellule permettendoci di svolgere funzioni vitali, nelle condizioni le più variabili.

È un organo che tutti noi dobbiamo consapevolmente proteggere, attraverso controlli periodici dei parametri fisiologici che lo caratterizzano, attraverso l’individuazione di eventuali fattori di rischio, e non meno importanti, attraverso uno stile di vita congruo.

I rischi legati alle malattie del cuore

A oggi, le malattie cardiovascolari rappresentano il motivo principale di morte e di complicanze invalidanti dei soggetti portatori di malattia. È per questo che è urgente ridurre il rischio cardiovascolare globale individuale, di ciascuno di noi.

Fattori modificabili e non modificabili

Con rischio cardiovascolare globale si considera la sommatoria con effetto cumulativo dei numerosi fattori modificabili e non modificabili, che concorrono, tutti, a definire il rischio soggettivo.

I fattori di rischio non modificabili poiché non variabili dalla nostra consapevolezza e volontà, sono l’età, il sesso, la genetica. Noto è che il rischio di malattia cardiovascolare aumenti con l’età, che gli uomini siano più a rischio a ogni età e le donne lo siano dopo la menopausa, e che la familiarità con alcune patologie cardiologiche diventi probabilità di insorgenza della stessa.

I fattori modificabili sono fattori su cui possiamo intervenire volontariamente. Questi sono riconducibili alla pressione arteriosa, all’essere o meno fumatori, ai parametri antropometrici del peso corporeo, alla presenza o meno di diabete-ipercolesterolemia-ipertrigliceridemia, alla presenza o meno di attività fisica nella nostra vita, e non ultimo a uno stile di vita che presenti o meno fattori stressogeni come Inquinamento e rumore.

Fattori di rischio e prevenzione

L’importanza della prevenzione e della cura sta nel fatto che questi fattori modificabili sono frequentemente compresenti con un effetto cumulativo esponenziale in termini di danno e compromissione del cuore stesso.

I valori della pressione arteriosa (sistolica/diastolica) qualora aumentati, anche in termini di frequenza dei battiti cardiaci, determinano affaticamento del cuore, aumento delle dimensioni del muscolo striato , formazione di placche aterosclerotiche, riduzione dell’efficienza del cuore stesso.

Il fumo è il fattore di rischio dopo l’età, il più importante nel determinare malattie cardiovascolari: la nicotina, stimolando il rilascio dell’adrenalina sottopone il cuore a uno stress continuo con il rischio di portare alla formazione di trombi, mentre il monossido di carbonio sottrae ossigeno al sangue e agli organi portanti.

Le donne, a parità di numero di sigarette, sono maggiormente danneggiate, rispetto agli uomini. L’eccesso di grasso è l’altro nemico del cuore: il grasso corporeo e soprattutto quello addominale danneggia il cuore poiché lo costringe a un super lavoro pur di pompare sangue agli organi, superlavoro che viene ulteriormente inficiato dagli altri fattori di rischio sopra menzionati. A tal proposito l’indice di massa grassa IMC (o BMI) ci permette di monitorare assieme agli altri parametri antropometrici, e al valore della circonferenza addominale, il fattore di rischio di malattia cardiovascolare.

A tal proposito sono stati definiti dei valori numerici di riferimento tra valore della circonferenza addominale ed entità di rischio.

Da un punto di vista metabolico, il diabete (diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2), ovvero livelli alti di glicemia nel sangue, favorisce l’indurimento del muscolo striato, delle arterie, e amplifica gli effetti negativi degli altri fattori di rischio, in particolar modo l’iper ipertrigliceridemia e l’ipercolesterolemia (spesso co-presenti).

Il colesterolo, molecola fondamentale per l’organismo, e presente in vari tessuti, viene introdotta dall’alimentazione e allo stesso tempo prodotta dal fegato. Quando i valori di colesterolo circolante nel sangue raggiungono valori che persistono alti, questa molecola si deposita lungo le pareti dei vasi sanguigni e, cementificata con il calcio, forma le placche aterosclerotiche che bloccano il flusso sanguigno, interrompendo così il trasporto di ossigeno a tutti gli organi, cervello in primis, con danni gravissimi come l’ictus e l’infarto, ben noti.

Come ridurre i rischi delle malattia cardiovascolari

Su questi parametri, il corretto stile di vita alimentare e l’abolizione di uno stile di vita sedentario e inquinato, porta al netto miglioramento del rischio di malattia cardiovascolare.

L’attività fisica è l’altro fattore di fondamentale importanza: l’essere umano si è evoluto per vivere in maniera attiva, proattiva, dinamica. L’attività fisica, sopra ogni cosa: da lieve a moderata, aerobica e non, con la giusta intensità, al fine di non creare danni ed essere utile al benessere della persona. Oggi più che mai deve essere prescritta! Il concetto della prescrizione dell’attività fisica, deve entrare sempre di più nella logica di intervento della cura e prevenzione del nostro cuore, e della riduzione del rischio di malattia cardiovascolare ancor prima che questo si renda manifesto.

L’attività fisica sostiene la riduzione e il mantenimento del peso corporeo, irrobustisce lo scheletro, i nostri muscoli e i parametri metabolici, gioca un ruolo strategico su fattori come ansia, stress, isolamento, depressione e demotivazione (caratteristiche di quadri patologici o borderline, in malattie cardiovascolari e metaboliche).

E alla base di tutto, la nostra alimentazione, strategia imprescindibile. Ridurre se non eliminare il consumo di sale, mantenere, ove possibile, compatibile con il proprio stato di salute, un buon consumo di frutta e verdura, e mantenere il controllo del peso corporeo sulla base di una regolare attività fisica.

Dove la compresenza dei suddetti fattori di rischio determini una condizione di allerta e di richiesta di cura, la strategia di intervento integrato tra le figure professionali competenti, permette alla persona di ripristinare una condizione di benessere e di consapevolezza in cui i fattori di rischio modificabili vengono meno, proprio grazie alle strategie di cura, al progetto di benessere della persona su cui si fondano.

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Categoria: Nutrizione

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