Il Microbiota intestinale è una componente fondamentale e indispensabile del nostro organismo e, in sinergia con organi e apparati, lo rende compatibile con la vita e le pressioni adattative che, quotidianamente, agiscono sulla complessa relazione “corpo-mente” che ci caratterizza.
Il Microbiota intestinale è il complesso e differenziato e popoloso insieme di germi che abitano il tratto gastrointestinale, svolge, dunque, funzioni essenziali alla salutare sopravvivenza di tutto il nostro organismo.
Quando alcune specie di questi germi prendono il sopravvento, insorgono interferenze dannose alla fisiologica attività degli organi interessati a mantenere il controllo dello stesso microbiota intestinale, creando così quadri patologici, talvolta invalidanti.
Le funzioni del microbiota intestinale
L’apparato respiratorio, l’apparato uro-genitale, l’epidermide, tutti questi apparati sono caratterizzati dalla presenza fisiologica di germi; sono i germi del tratto gastrointestinale a svolgere un ruolo decisivo per controllare le funzioni vitali del nostro organismo:
- metaboliche;
- assorbenti;
- immunologiche;
- ormonali.
Le funzioni del Microbiota intestinale convergono, inoltre, verso una ottimale e continua comunicazione con il Sistema Nervoso Centrale, grazie a un network di feedback molecolari specifici, che, se alterati, portano a depressione e disturbi cognitivi fino a quadri patologici quali Demenza senile e Morbo d’Alzheimer.
L’apparato digerente, costituito da canale alimentare (esofago, stomaco, intestino tenue e crasso) e fegato con vie biliari e pancreas, è infatti a stretto contatto con circa 1500 grammi di germi che in condizioni fisiologiche, abitano tutto il lume intestinale.
L’apparato digerente che svolge le funzioni di assorbimento, di secrezione esocrina ed endocrina, che svolge le funzioni immunologiche e di trasporto molecolare, dunque, rappresenta l’apparato su cui fare focus per una interpretazione dei sintomi clinici che il paziente riferisce e per un approccio multidisciplinare degli stessi: il Microbiota intestinale alterato reclama attenzione, e che si tratti di patologie locali e che si tratti di patologie sistemiche.
Quando si parla di Microbiota intestinale si suole parlare di Microbioma e di Metaboloma, proprio per il complesso ecosistema, quasi un organo a sé, in stretto contatto con la parete dell’apparato digerente e il Sistema Nervoso Centrale, ecosistema capace di interferire con il mantenimento della cosiddetta “infiammazione fisiologica”, determinando il corretto assorbimento e la selettiva permeabilità della membrana digestiva nei riguardi dei nutrienti, grazie anche alla stimolazione della produzione e funzione degli stessi ormoni digestivi.
Le variazioni a carico del Microbiota intestinale
Il Microbiota Intestinale può dunque presentare variazioni in termini di composizione e quantità e qualità, senza comportare infezione ma può altresì complicare il quadro generale del nostro organismo quando subentra l’infezione del batterio Clostridium difficile, importantissimo, perché può portare a morte.
Il rapporto tra la l’epitelio intestinale e il sistema immunitario della mucosa intestinale costituiscono proprio un’entità “morfo-funzionale” delicata ed essenziale per tutto il nostro organismo, “corpo-mente”: il nostro Microbiota intestinale consta di oltre 1500 specie diverse di microrganismi e il numero di questi supera di dieci volte il numero delle cellule eucariote che costituiscono tutto il nostro organismo.
Questi microrganismi, inoltre, si organizzano e si differenziano in termini di qualità, quantità e “nome e cognome”, a seconda di:
- tratto dell’intestino;
- fase dello sviluppo;
- età dell’individuo;
- fattori ambientali;
- fattori “stressogeni”;
- fattori dietetici.
Il Microbiota intestinale inizia con quello della placenta materna nella vita intrauterina, poi viene influenzato, dopo la nascita, dai primi germi che arrivano attraverso il contatto orofaringeo, cresce in complessità via via che il neonato incontra vari ecosistemi batterici esterni.
La composizione “definitiva” del Microbiota intestinale arriva alla 3-4 settimana di vita, con differenziazione tra il primo tratto intestinale “abitato” da lattobacilli ed enterococchi Gram+ (di derivazione oro-faringea) e il tratto intermedio, “abitato” da coliformi, fino al terzo tratto, particolarmente popolato, da Bacteriodes, Bifidobatteri, Clostridi, Lattobacilli.
Inoltre 1/3 dei suddetti microrganismi vengono acquisiti dalla vagina della mamma, alla nascita, e i 2/3 da fattori ambientali, e pertanto modificabili, nel “bene e nel male”, per fattori correlati a:
- dieta;
- stress;
- digiuno.
Il Microbiota intestinale, come detto, svolge funzione metabolica, trofica, di regolazione delle difese immunitarie, mucosale e sistemica, ad esso si deve la fermentazione dei carboidrati con produzione di acidi grassi a catena corta, e la tossica putrefazione dei peptidi derivanti dalle proteine, con formazione di molecole tossiche (ammonio, amine, fenoli, tioli, indoli).
Il Microbioma permette l’assorbimento del Calcio, del Magnesio, del Ferro. Permette la biosintesi delle fondamentali vitamine del metabolismo energetico e cerebrale, ovvero Vitamine B1, B2, B6, B12, e Vitamina PP, acido pantotenico e acido folico. Interviene nella funzione digestiva direttamente sugli acidi biliari protagonisti tra fegato e intestino.
L’aspetto cruciale è rappresentato dalla coesistenza dinamica tra il nostro sistema immunitario e il Microbiota intestinale: affinché il Microbiota intestinale svolga il suo ruolo di controllo del nostro sistema immunitario, il continuo scambio di informazioni tra questi due protagonisti deve essere sempre bilanciato, così da permettere al nostro sistema immunitario di reagire contro agenti esterni dannosi e patogeni, e non verso i microrganismi del Microbiota stesso.
Quando questo scambio di informazioni non determina più un equilibrio funzionale delle parti in gioco a beneficio del nostro “corpo-mente”, ecco che possono insorgere patologie gastrointestinali e sistemiche, come:
- malattie infiammatorie croniche dell’intestino;
- IBS (sindrome del colon irritabile);
- atopia;
- cancro al colo;
- epatosteatosi;
- obesità;
- sindrome dismetabolica.
Alla luce di questi aspetti, si comprende bene il perché l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha sempre più definito cosa può essere chiamato probiotico, in composizione, dose, e durata, a beneficio del nostro organismo, e in prevenzione e in assenza di sintomi clinici e patologici.
Un probiotico che, grazie alla continua ricerca scientifica proprio in questo settore, si caratterizza sempre più in termini di ceppi singoli o multi ceppi, con o senza altre sostanze coadiuvanti, finalizzando dunque terapie individuali e calibrate.
Queste ultime poggiano poi su esiti di test specifici, su stile di vita e dieta resi congrui (anche in termini di prebiotici), su terapie mirate a depotenziare gli effetti negativi dello stress e delle tensioni neuro-muscolari, al fine di riequilibrare l’unità “corpo-mente”, in un approccio multidisciplinare, e, ove possibile, evitare l’insorgenza di un quadro infiammatorio patologico CRONICO.