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Il conflitto femoro-acetabolare: tra le principali cause di dolore all’anca

In ambito fisioterapico per diverse condizioni si utilizza il termine conflitto che, semplificando, fa riferimento a uno stato di tensione tra diversi elementi dell’organismo che è responsabile di un condizionamento dello stato di salute. Si possono avere conflitti muscolo-scheletrici, conflitti neurovascolari, conflitti biomeccanici e una delle condizioni di maggiore interesse è quella del conflitto femoro-acetabolare (FAI). Noto anche con il nome di impingement femoroacetabolare, fa riferimento a una patologia caratterizzata da un prematuro contatto tra il femore prossimale e l’acetabolo. Una condizione che è spesso alla base del dolore all’anca, anche e soprattutto nei giovani sportivi, e che richiede un’attenta diagnosi e valutazione per intraprendere un percorso terapeutico davvero efficace.

Il conflitto femoro-acetabolare

Con questa espressione si fa riferimento a un prematuro e anomalo contatto tra le due componenti articolari, il femore e l’acetabolo. In condizioni normali, infatti, queste due ossa sono protette e separate da uno strato di cartilagine articolare che ha lo scopo di impedire la frizione tra di essi. Il conflitto femoro-acetabolare è un’anomalia strutturale che può interessare una o entrambe le ossa, motivo per cui si distinguono tre diverse tipologie di impingement femoroacetabolare:

  • PINCER – nel caso in cui l’alterazione riguarda l’acetabolo.
  • CAM – nel caso in cui l’alterazione riguarda la testa del femore.
  • Misto – nel caso in cui l’alterazione interessa entrambe le ossa.

Cause e sintomi

Nel conflitto di tipo PINCER (dall’inglese pincer, pinza) vi è una specie di chiusura della testa del femore causata o da un anomalo orientamento della coppa acetabolare o dalla presenza di un’escrescenza ossea che determina il conflitto durante la retroversione o antiversione dell’anca.

Nel conflitto di tipo CAM, invece, la testa del femore acquisisce una deformità tale da provocare una lesione della cartilagine del labbro acetabolare. Durante i movimenti la forma anomala danneggia sia le ossa che la cartilagine favorendo la formazione di escrescenze ossee (osteofiti). Le cause sono da individuare in una necrosi della testa del femore, in una frattura non saldata correttamente, come conseguenza di altre patologie o come forma idiopatica, senza una causa evidente cui fare riferimento.

Infine la forma mista, che è la condizione più frequente, prevede l’alterazione di entrambe le ossa.

Dal punto di vista dei sintomi, tutte le tipologie di conflitto sono associate a rigidità articolare, dolore nella zona dell’inguine e del gluteo e difficoltà nei movimenti di adduzione, flessione e intrarotazione. Un effetto evidente di questa condizione è la difficoltà ad accavallare le gambe.

Come anticipato è un tipo di condizione comune nei giovani sportivi ed è più frequente in coloro che praticano calcio, pallavolo, danza, ciclismo, arti marziali o equitazione.

Diagnosi e cura

La corretta diagnosi del conflitto femoro-acetabolare è fondamentale per iniziare tempestivamente il relativo trattamento ed evitare diverse complicazioni (come l’artrosi dell’anca). Nelle fasi iniziali è spesso più difficile riconoscere questa condizione, motivo per cui la diagnosi deve essere svolta con rigore e grande attenzione. La diagnosi viene generalmente condotta mediante diversi test ed esami. Un test clinico di riferimento è il cosiddetto test FADIR che permette di verificare la flessione, l’adduzione e l’intrarotazione dell’anca. Parallelamente si eseguono una risonanza magnetica (per verificare lo stato della cartilagine e individuare il tipo di impingement) e una radiografia (che consente di verificare l’eventuale interessamento dell’osso).

Il trattamento indicato per il conflitto femoro-acetabolare è l’intervento chirurgico (a cielo aperto, in artroscopia o tramite l’impianto di una protesi), in preparazione del quale si rivela indispensabile la fisioterapia. Il trattamento conservativo mediante la fisioterapia è fondamentale anche in alternativa all’intervento (anche se non esclude la necessità di dovervi ricorrere) specialmente nelle fasi iniziali ottenendo un significativo miglioramento dei sintomi. La fisioterapia tramite esercizi di allungamento per migliorare la qualità muscolare è indispensabile anche dopo l’intervento per migliorare il recupero post-operatorio: mobilità, postura, deambulazione, forza muscolare.

Se soffri di dolore all’anca e pratichi attività sportive che possono comprometterne la funzionalità, prenota subito una visita specialistica presso il nostro Centro; riceverai assistenza e indicazioni preziose per la risoluzione dei sintomi che condizionano la qualità della tua vita.

Categoria: Fisioterapia e Riabilitazione

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