Il reflusso gastrico (malattia da reflusso gastro-esofageo) è una condizione prevalente negli adulti dopo i 40 anni caratterizzata dall’alternanza di fasi acute a fasi di riposo. Si tratta di un disordine del sistema gastro-intestinale che ha cause multifattoriali sulle quali la fisioterapia riesce ad avere un’interessante azione benefica che è bene conoscere. La cura e il trattamento di molti disturbi, infatti, non è solamente farmacologico e i medicinali possono essere affiancati dalle tecniche proprie della fisioterapia per migliorare, in maniera meno invasiva, la qualità della vita e la gestione di una condizione patologica.
Cos’è il reflusso gastrico
Quando si parla di malattia da reflusso gastro-esofageo si fa riferimento a quella condizione che si verifica quando i succhi gastrici entrano in contatto con la parete dell’esofago causando bruciore e rigurgito acido. Il passaggio dei succhi gastrici nell’esofago è normale, fisiologico e comune (specialmente dopo i pasti); la malattia da reflusso-gastrico si ha quando tale passaggio aumenta in durata e frequenza. Questo si verifica per fattori alimentari, ormonali, funzionali, anatomici e farmacologici.
A regolare il passaggio dei succhi gastrici è il cosiddetto sfintere esofageo inferiore che rappresenta la barriera naturale contro il reflusso gastrico. L’attività di questo sfintere può però essere condizionata dagli alimenti ingeriti, dagli ormoni, dalle caratteristiche anatomiche, da alcune posture e dall’assunzione di alcuni farmaci. Tra i fattori di rischio rientrano il fumo, l’ansia, lo stress, l’obesità e la gravidanza.
I sintomi tipici del reflusso gastrico sono prevalentemente il bruciore dietro lo sterno che si irradia tra le scapole o fino alla zona del collo e il rigurgito vero e proprio, la percezione di liquido acido o amaro in bocca. Questi sintomi possono presentarsi in modo continuativo nel corso della giornata o in maniera intermittente, anche durante la notte rappresentando di fatto una causa di disturbo del sonno. Meno frequentemente si possono avere anche difficoltà nella deglutizione, nausea, problemi nella digestione, tosse, abbassamento della voce, dolore al torace e otite media.
Il trattamento fisioterapico per il reflusso gastrico
Per la diagnosi, il medico ascolta i sintomi riferiti dal paziente e, se necessario, può prescrivere una gastroscopia, un esame radiologico del tubo digerente, un’ecografia addominale o una pH-impedenziometria delle 24 ore per il monitoraggio della quantità di materiale refluito nell’esofago.
La terapia farmacologica d’elezione è quella a base di antiacidi, farmaci che bloccano o riducono la produzione di acido e farmaci procinetici che riducono e trattano i sintomi ma non la causa sottostante. In questo senso, alla luce di un’attenta e profonda anamnesi del paziente, si rivela fondamentale un’educazione alimentare (evitare grassi, alcolici, caffeina e sostanze che possono facilitare l’insorgenza del reflusso gastrico) e l’adozione di buone abitudini (non coricarsi subito dopo mangiato, tenere a letto la testa rialzata, eccetera).
Inoltre la fisioterapia, specialmente con la Manipolazione Fasciale internistica, permette di allentare in maniera importante le tensioni viscero-somatiche alla base dei disturbi da reflusso. Molto utile anche la rieducazione posturale, che permette di ripristinare una corretta ergonomia. Questa tecnica prevede l’allungamento dei muscoli antigravitari che riducono la loro tonicità a seguito di traumi, dolori e una postura fissa prolungata nel tempo. Parallelamente anche la mobilizzazione del diaframma e quella della colonna toracica sono tecniche ampiamente impiegate dal fisioterapista per il trattamento del reflusso gastrico. L’esofago, infatti, è legato alla colonna vertebrale da diversi elementi muscolari e fibrotendinei che gli trasmettono le variazioni causate dai cambiamenti dalla postura.
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