Le tendinopatie sono un processo infiammatorio molto comune ed esistono diverse versioni di questa condizione; tra queste troviamo anche la sindrome di De Quervain. È una condizione che colpisce i tendini o le guaine tendinee che permettono l’estensione verso l’esterno del pollice, per questo viene definita a livello di terminologia medica come una “tenosinovite stenosante”. Si sviluppa solitamente dopo un utilizzo ripetitivo del polso ed è comune nelle giovani mamme, probabilmente per l’abitudine di sollevare i bambini con tenendo le braccia tese.
Di cosa si tratta
La sindrome di De Quervain si manifesta come un dolore intenso a carico del polso e alla base e a lato del pollice, che tende a peggiorare con il movimento. Esistono due forme di sindrome di De Quervain: Tipo I caratterizzata dalla sofferenza di entrambi i tendini e la Tipo II che si caratterizza per la separazione in due del 1° compartimento. Inoltre la si classifica in base alla gravità del dolore: molto lieve, lieve, moderata, severa e molto severa.
I principali sintomi di questa sindrome sono il dolore, il gonfiore del 1° compartimento e l’indolenzimento del pollice durante il movimento di abduzione, quando si afferrano oggetti con limitazione nello svolgimento delle normali attività quotidiane. Tra le peculiarità di questa condizione vi è la restrizione meccanica che interessa i tendini, l’ispessimento delle guaine e l’insorgenza di fenomeno degenerativi.
Tra le cause responsabili della sindrome di De Quervain ci sono la ripetizione di movimento di flesso-estensione del pollice (come quella tipica di chi muove il mouse), lo svolgimento di attività professionali che richiedono lavori manuali intensi e ripetuti, varie forme di artriti, sovraccarichi articolari, traumi ai tendini e scompensi ormonali.
Come curarla
Per accertare la presenza della sindrome di De Quervain ci si basa sui sintomi riferiti dal paziente, dall’anamnesi e dall’esame obiettivo della mano. Può rivelarsi utile anche la risonanza magnetica o l’ecografia. L’esame obiettivo si basa su diversi test ortopedici che verificano la capacità di movimento del primo dito e del polso palpando le strutture anatomiche e verificando il dolore percepito, l’eventuale tumefazione e il range di movimento.
Il trattamento della sindrome di De Quervain prevede metodi conservativi e chirurgici. L’approccio iniziale, ovviamente, è generalmente di tipo conservativo che risulta meno invasivo. A seguito della valutazione il fisioterapista definisce un piano terapeutico che può prevedere il ricorso alla laserterapia ad alta potenza, alla tecarterapia o agli ultrasuoni. Parallelamente si ricorre alla terapia manuale che si basa sulle mobilizzazioni mirate e le tecniche miofasciali, così come all’esercizio terapeutico con programmi specifici. Il riposo e un tutore notturno, specialmente nelle prime fasi del trattamento, e l’assunzione di FANS possono rivelarsi utili per aiutare la Fisioterapia a ridurre il dolore e alleviare l’infiammazione. Con l’intervento chirurgico, seppur molto raro, si procede invece con la rimozione degli ostacoli che impediscono il normale scorrimento dei tendini.
È importante ricordare come ogni condizione, anche quelle apparentemente più semplici, richiedono generalmente un approccio multidisciplinare che si avvalga di diversi strumenti e rimedi. Questo anche nella prospettiva di considerare l’arto o il distretto trattato nel suo insieme e non solo singolarmente sulla base delle caratteristiche e delle esigenze di ogni singolo paziente.
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