Tra le condizioni muscoloscheletriche più frequenti e tra le cause di maggior assenza dal lavoro, la sindrome miofasciale dolorosa è una realtà con la quale in molti si devono, loro malgrado, confrontare. Si tratta infatti di un gruppo eterogeneo di condizioni muscolari che si presentano con dolore muscolare continuo, limitazione funzionale e sintomi di tipo nevralgico. Si parla di sindrome miofasciale dolorosa per indicare quel dolore muscolare non legato a una causa specifica caratterizzato dalla presenza di uno o più trigger point, ovvero quella zona all’interno di un tessuto particolarmente irritabile.
L’attenzione sulla sindrome miofasciale dolorosa è importante sia per comprendere come ridurre, alleviare e risolvere un dolore importante, sia per prevenire l’insorgenza di complicanze e ridurre al minimo le conseguenze psicosociali del dolore muscolare e il rischio di cronicizzazione del dolore.
Cause, sintomi e fattori di rischio
Le cause responsabili dell’insorgenza della sindrome dolorosa miofasciale sono spesso da individuare in microtraumi ripetuti, sovraccarichi e qualsiasi stimolo nocivo che può determinare l’attivazione di un trigger point (comprese cicatrici e interventi chirurgici). I principali sintomi di questa condizione sono dolore muscolare profondo, rigidità dell’area muscolare interessata, spasmi e debolezza muscolare che può colpire diverse aree, dalla regione cervicale e lombare fino agli arti.
Tale sintomatologia causa limitazione dei movimenti, squilibri posturali, aumento dello stress psicologico e condizionamento sociale, motivo per cui la gestione della sindrome miofasciale dolorosa deve essere tempestiva e risolutiva per ridurre l’impatto quotidiano e le possibili conseguenze.
Come diagnosticare la sindrome miofasciale
La diagnosi della sindrome miofasciale dolorosa è prettamente clinica e confermata dalla riduzione o dalla scomparsa del dolore riferito dal paziente. Spesso può essere accompagnata da indagini strumentali che confermano la negatività per altre condizioni. Non è raro che il dolore associato a una sindrome miofasciale venga confuso con artriti, borsiti e patologie viscerali soprattutto per l’assenza di una causa chiara e diretta associabile a questa condizione. È quindi fondamentale avere un approccio consapevole e attento anche per gestire in maniera adeguata questa condizione, evitando di fornire informazioni errate al paziente.
Terapia e cura
Esistono, anche considerando l’eterogeneità di queste condizioni, diversi metodi per il trattamento della sindrome miofasciale dolorosa. Un primo elemento da considerare e da non sottovalutare è quanto riferisce il paziente e il suo rapporto con il dolore. Si tratta, infatti, di una realtà molto personale che sebbene associata a specifici elementi fisici può avere da soggetto a soggetto un impatto differente. Per questo il trattamento della sindrome miofasciale deve partire dal rassicurare il paziente sul tipo di condizione che lo interessa, procedere con interventi per ottenere un rilassamento muscolare per poi lavorare sul recupero di un buon livello di forma fisica e, quindi, ridurre il dolore e correggere le disfunzioni motorie.
L’approccio al trattamento della sindrome miofasciale è inevitabilmente multidisciplinare: i trattamenti generalmente più indicati sono le onde d’urto radiali, i massaggi con i più moderni Gun (le pistole massaggianti) e soprattutto la terapia manuale d’elite, che in questi casi è rappresentata dalla Manipolazione Fasciale metodo Stecco. Si tratta di una metodica di terapia manuale di alto livello, studiata e praticata in tutto il mondo, che dona immensi benefici sul dolore e sulla mobilità attraverso un lavoro di detensione della fascia muscolare che avvolge tutto il nostro corpo.
Consiste nel ricercare i trigger point più alterati in tutto il corpo, studiare i loro collegamenti e “scioglierli” attraverso una manipolazione profonda con gomiti, polpastrelli o nocche delle dita. È impossibile prevedere il numero di sedute di cui ogni paziente ha bisogno, questo dipende da molti fattori tra cui età, periodo di insorgenza dei sintomi, stili di vita, nutrizione, attività fisica, attività lavorativa.
È importante ricordare come la sindrome miofasciale dolorosa è una realtà complessa legata anche all’individualità di ogni soggetto. Per questo motivo tanto la terapia quanto l’approccio generale deve tenere conto della situazione clinica e personale di ogni paziente, seguendo un percorso personalizzato e individuale che non sottovaluti l’impatto psicologico legato a una condizione dolorosa.
In questo senso il nostro Centro è a completa disposizione per fornire tutta la consulenza e l’assistenza di cui hai bisogno. Puoi richiedere una visita specializzata con la certezza di ricevere attenzione e assistenza qualificata finalizzata a restituirti immediato sollievo e le indicazioni necessarie per migliorare la qualità della tua vita.