Long-Covid e Riabilitazione nutrizionale

Long-Covid e Riabilitazione nutrizionale

Conosciamo tutti ormai il Covid-19, l’infezione dal virus Sars-CoV2, inizialmente sottovalutata e diventata poi una vera e propria pandemia. Siamo venuti a conoscenza dei sintomi, degli strumenti diagnostici e terapeutici, in continua ricerca ed evoluzione. Tantissimi sono stati i contagi e tantissimi i decessi, più di 100.000 in Italia da inizio sorveglianza sanitaria.

La notizia positiva è che il Covid-19 è curabile, la notizia un po’ meno positiva è che è stato riscontrato un aumento della Sindrome Post-Covid o più semplicemente Long-Covid.

Che cosa si intende per Sindrome Post-Covid?

Si tratta di una serie di sintomi comuni a molte persone che hanno contratto l’infezione che possono perdurare settimane o addirittura mesi dopo la negativizzazione al virus.

Contrariamente alla fase acuta i cui sintomi più gravi si riscontrano in soggetti con Indice di Massa Corporea corrispondente a condizioni di obesità più o meno severa, con insulino-resistenza, con ipertensione o con scarso controllo glicemico e diabete conclamato, non sono state ancora individuate con certezza delle condizioni che predispongono al Long-Covid.

Quali sono i sintomi più comuni?

  • Stanchezza;
  • Fiato corto;
  • Perdita di gusto e olfatto;
  • Tosse ricorrente;
  • Palpitazioni;
  • Deficit cognitivi;
  • Rush cutanei;
  • Gonfiore intestinale;
  • Mialgia;
  • Disturbi del sonno e apnea ostruttiva.

Nonostante qualcuno di questi possa sembrare un sintomo banale, in realtà la qualità di vita risulta essere peggiorata nella maggior parte delle persone. Non di rado i soggetti con Long-Covid non vengono compresi finendo per convivere con i loro sintomi. Sarebbe opportuno, invece, promuovere l’ascolto attivo di questi soggetti con attività di riabilitazione a 360 gradi che abbraccino la funzionalità respiratoria, muscolare, intestinale e così via.

Cosa si può fare sotto il profilo nutrizionale?

Seguire il modello di dieta mediterranea, preferendo alimenti vegetali e integrali, è una buona idea anche in questo caso. Non servono regimi particolari ma solo una alimentazione equilibrata sia a livello di macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi) sia a livello di micronutrienti (sali minerali, vitamine, sostanze fenoliche).

Se durante la fase acuta si è subito un calo ponderale importante accompagnato da una perdita di appetito, sicuramente la dieta dovrà essere ipercalorica, quindi a più alto contenuto di calorie e con un buon contenuto proteico per evitare un depauperamento della massa muscolare. Possono essere utili anche integratori a base di amminoacidi.

Se, invece, durante la fase acuta non c’è stato un calo ponderale e al contrario permane una condizione di sovrappeso e obesità la dieta dovrà essere leggermente ipocalorica e con un buon contenuto proteico al fine di prevenire infiammazione e preservare la massa magra a discapito di quella grassa.

Quali nutrienti preferire?

Acidi grassi Omega-3 per il loro ruolo antinfiammatorio e immunomodulante. Il loro effetto protettivo è stato riscontrato in numerosi studi, oltre che per l’apparato cardiovascolare, anche per il sistema nervoso. Sono un valido aiuto per la salute mentale, contrariamente agli acidi grassi omega-6 che in molti casi sono stati correlati alla depressione.  La loro presenza si riscontra principalmente nei pesci grassi, per esempio sgombro e salmone.

Zinco e Magnesio per la loro partecipazione a diversi metabolismi, modulazione della risposta immunitaria e trasmissione nervosa. Il magnesio si trova nei legumi, cereali e frutta secca oleosa come mandorle e anacardi; lo zinco nella carne e nelle frattaglie, nella frutta secca oleosa e nel pesce azzurro.

Triptofano, amminoacido essenziale, precursore dell’ormone serotonina, che si trova in diversi alimenti di origine animale come l’orata e le uova e di origine vegetale come spinaci, bieta, mandorle, anacardi.

-Quercetina, sostanza fenolica che pare essere un inibitore delle Monoaminoossidasi e quindi previene la degradazione della serotonina. Si ritrova molto nella frutta, tra cui la mela annurca e insieme agli Omega-3 e al triptofano sembrerebbe essere molto importante per alleviare lo stress e l’ansia nella fase Long-Covid.

-Lattoferrina, proteina che si trova in grande quantità nel latte materno, dotata di azione immunomodulante. Sono stati riscontrati diversi effetti positivi per contrastare il virus.

-Vitamina C, contenuta in diversi frutti come fragole, frutti di bosco, agrumi, kiwi e verdura come peperoni, spinaci, pomodoro, con azione antiossidante in sinergia alla vitamina E ed agli altri sistemi antiossidanti del nostro organismo.

-Vitamina B12 e folati per la loro partecipazione a diversi metabolismi e alla sintesi degli acidi nucleici. Si ritrovano principalmente nella carne e nei legumi e ortaggi.

Probiotici e prebiotici, che sono rispettivamente ceppi di batteri vivi che si ingeriscono per aumentare la popolazione di batteri “buoni” intestinali e alimenti che nutrono quei batteri buoni. Tra i probiotici ci sono molti prodotti vegetali come frutta e verdura che contengono molte fibre; tra i prebiotici troviamo yogurt, kefir, crauti, kimchi.

I soggetti con sindrome Post-Covid hanno bisogno di una valutazione del loro Stato Nutrizionale e una eventuale riabilitazione nutrizionale. Il ruolo del Dietista, infatti, è proprio quello di guidare il soggetto con una attenta anamnesi, con il check-up costante delle misure antropometriche e della composizione corporea e con attività di counseling alla risoluzione della sintomatologia al fine di evitare complicanze e migliorare la loro qualità di vita.

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Categoria: Nutrizione

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