Prediabete

Prediabete: il quadro asintomatico che aumenta il rischio del diabete

L’insulina, molecola cruciale, ormone prodotto dalle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas, agisce una azione ipoglicemizzante. La sua azione viene esercitata attraverso l’attivazione di recettori specifici e ne consegue la riduzione dei livelli di glucosio nel sangue.

Il glucosio in circolo viene così smistato nelle cellule muscolari e adipose e nell’ossidazione con produzione di energia; viene stimolata la sintesi di proteine e di glicogeno nel fegato come forma di deposito del glucosio stesso.

L’azione ipoglicemizzante dell’insulina, inibisce la degradazione dei grassi e ne media l’accumulo, e favorisce l’ingresso di potassio nelle cellule.

Il complesso quadro metabolico patologico, ben noto con il nome di diabete 2-mellito, caratterizzato dall’aumento dei livelli di glucosio nel sangue, insorge per le seguenti motivazioni:

  • insufficiente produzione di insulina dal pancreas;
  • insufficiente secrezione di insulina dal pancreas;
  • ridotta sensibilità all’insulina dei recettori periferici.

Cos’è il prediabete

Il prediabete è invece un quadro asintomatico caratterizzato da livelli di glucosio si alti rispetto al range di riferimento, ma non così alti da poter giustificare un diabete 2-mellito.

L’importanza del prediabete sta nel fatto che aumenta del 70% la probabilità di sviluppare il diabete 2-mellito, con tutte le complicanze che ne deriva.

Il diabete 2-mellito, le forme miste, e il diabete 1-autoimmune, non risparmia nessun tessuto, organo, apparato, che non venga colpito dagli effetti negativi e gravi, dell’iperglicemia! Le complicanze possono insorgere a carico di:

  • vasi sanguigni;
  • reni;
  • occhi;
  • sistema nervoso centrale e periferico;
  • cuore;
  • fegato (indirettamente).

Il prediabete si definisce per valori di glicemia, a digiuno, tra 100 e 125 mg/dl.

Chi è a rischio del prediabete

Le categorie più a rischio, caratterizzate frequentemente da suddetti valori di glicemia, sono:

  • chi è in sovrappeso;
  • chi ha familiarità con diabete;
  • chi è iperteso;
  • chi ha ipercolesterolemia;
  • chi ha ipertrigliceridemia.

In termini numerici, 1 adulto su 10 ha il prediabete.

Il prediabete è, tuttavia, una condizione reversibile: questo aspetto deve essere assunto a fondamento di una motivata e consapevole prevenzione, di un regolare controllo dei valori glicemici, di uno stile di vita coerente, e soprattutto di una attività fisica costantemente presente.

Obiettivo è, come spero ben chiaro, non arrivare al diabete 2-mellito: 1 diabetico su 5 sviluppa steatosi epatica, con decorso, se non risolta, che può portare a cirrosi epatica o a danno irreversibile del pancreas, neuropatia, steatoepatite non alcolica.

Da recentissimi studi del 2020 e del 2021, si conferma la correlazione tra grado di steatosi epatica e disfunzione delle cellule beta del pancreas. Correlazione sempre più importante se si pensa che nelle forme miste possiamo riscontrare un passaggio da prediabete a diabete 2-mellito che vira a diabete 1–autoimmune, insulino-dipendente.

Lungimiranza, prevenzione, attività fisica, e dietoterapia, perché il prediabete sia il motivo di una guarigione e non il percorso obbligato che dal diabete derivante, conduce all’invalidità e all’invecchiamento precoce di tutti i nostri organi.

Categoria: Nutrizione

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